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Attualità mercoledì 07 dicembre 2016 ore 07:00

"Subito alle urne per nuove elezioni"

Marcello Caremani e Marco Donati

Caremani e Donati, del comitato Basta un Sì Arezzo, hanno incontrato cittadini e iscritti al Pd all'indomani dei risultati del referendum



AREZZO — Il NO ha vinto il referendum con numeri inequivocabili, ma un’idea in quanto tale, soprattutto se considerata buona, non sarà mai sconfitta. È questa la prima riflessione del Comitato Basta un SI Arezzo, coordinato dal dottor Marcello Caremani, che ieri si è presentato alla stampa insieme all’onorevole Marco Donati e all’avvocato Marta Mencattini: «Ieri sera (lunedì, ndr) – ha detto Caremani – abbiamo riunito qui, alla Casa dell’Energia oltre cento tra cittadini, sindaci e iscritti al Pd per discutere di questa esperienza. Un’esperienza fatta da molti giovani che non può e non deve essere dispersa. Li abbiamo chiamati tutti a ripensare la nostra Costituzione, ottima nella sua prima parte e, secondo noi, ancora da rivedere nella seconda».

«Di fronte a un impegno fortissimo del fronte del NO – ha sottolineato Marco Donati – Arezzo e la sua provincia, a parte qualche sporadico caso, lunedì si è risvegliata riformista ed è un dato tutt’altro che scontato. Questo è un passaggio significativo, per chi lo sa cogliere, e ieri sera, dopo diciannove ore dal voto referendario c’erano qui tantissime persone pronte a impegnarsi di nuovo. Abbiamo riavvicinato tanta gente alla politica grazie ai comitati e ai tanti volontari che hanno promosso iniziative in molte frazioni del nostro territorio».

«Scendendo sul piano politico – ha affermato Caremani – il progetto è sempre lì, molti hanno votato SI chiedendo comunque dei miglioramenti, è un punto di partenza che ha aggregato tantissime persone e, soprattutto in questa città, tantissimi giovani». «Il dato elettorale, per certi aspetti – gli fa eco Donati – è ancora più significativo visti i risultati delle ultime amministrative. Marcello ha interpretato alla perfezione l’aspetto civico di questa tornata referendaria, lo stesso che abbiamo riscontrato in molte persone che ci hanno seguito. Credo che strumentalizzare la nostra città e la nostra provincia non abbia pagato al fronte del NO. È il momento di dire basta al linciaggio politico di questo territorio».

Marta Mencattini, avvocato di Bibbiena, si è detta felicemente sorpresa del risultato casentinese: «I primi tre comuni della provincia dove il SI ha stravinto sono casentinesi. Frutto di un impegno e di un fermento che è cresciuto nei mesi, persone di tutte le età e di tutte le professioni si sono unite e hanno formato comitati per spiegare la riforma e far capire l’importanza del cambiamento».

«Ad Arezzo – ha ribadito Donati – si è cavalcato la rabbia e la paura, invece che far sì che la città si riconoscesse e si compattasse. Paura e rabbia chiedono poi sempre il conto. Ho visto la mia città trasformata in un campo di battaglia mentre continua a perdere posizioni nella classifica della qualità della vita. Mi è dispiaciuto molto, inoltre, vedere esponenti del mio partito e importanti figure istituzionali nel fronte opposto a condurre battaglie che storicamente non gli appartengono».

Donati, richiamato più volte sul piano politico, ha detto che adesso l’unica soluzione è andare al voto, subito, senza tentennamenti quelli che adesso attraversano invece tutto il fronte del NO, indeciso su quale legge elettorale adottare. Senza contare l’autocandidatura del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, alla segreteria del Pd: «Ho sostenuto ed eletto Enrico Rossi – ha dichiarato Marco Donati – che è diventato presidente della Regione col 42% dei voti e una legge elettorale regionale molto simile all’Italicum. È giusto che si candidi ma vorrei ricordare cosa dissero in molti di Renzi per la concomitanza dei ruoli di sindaco e segretario. La Regione ha bisogno di essere governata e Arezzo si aspetta risposte».

«Da medico che si è occupato di prevenzione dell’Aids ho lavorato a stretto contatto con Rossi – ha aggiunto Caremani – quando era assessore alla Sanità. Ma sono stato anche il suo più acerrimo avversario per la legge sanitaria toscana, forse l’unico che l’ha contrastato apertamente, sicuramente il primo. Una legge che può avere ricadute negative per l’ospedale di Arezzo e la sanità aretina. Curioso pensare che se la riforma costituzionale fosse stata in vigore da qualche anno quella legge Rossi non l’avrebbe potuta fare, perché le politiche sanitarie, come ritengo giusto, sarebbero state decise a livello nazionale e non regionale, con disparità sociali ed economiche enormi tra regione e regione».

Infine un grazie sentito e affettuoso a tutti i cittadini che si sono impegnati in questi mesi. 


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