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Attualità venerdì 27 marzo 2020 ore 15:10

L'incognita degli uffici postali aperti

Chiuso anche lo sportello di via Lorenzetti. File davanti ai "Postamat". I sindacati di riferimento cittadini dicono la loro



AREZZO — Uffici postali, un dilemma. L'emergenza sanitaria c'è e la confusione pure. Ad oggi non si capisce con quali criteri le Poste decidono il mantenimento del servizio o la chiusura degli sportelli sparsi sul territorio. Ogni giorno c'è una novità, o meglio, una filiale che chiude. Siamo in pieno periodo di pensioni e per evitare affollamenti agli uffici postali è stato dato un ordine di prelievo in base alle iniziali del cognome dell'interessato (così come spiegato in altro articolo a questo collegato).

Ebbene, stamani siamo andati a fare un giro per la città ed abbiamo trovato solamente le Poste Centrali aperte. Anche l'ufficio di via Lorenzetti era desolatamente chiuso, in compenso non mancava gente in fila davanti al "Postamat". Abbiamo, quindi, provato a contattare i referenti cittadini dell'azienda ma dalla direzione provinciale nessuna risposta.

Capiamo che il personale Poste è esposto a rischio contagio, così come una serie di categorie che tutti conoscono, però occorre chiarezza e soprattuto servono risposte. Ancora c'è tanta gente, soprattutto anziani, che incassa la pensione in contanti e questa, in molti casi, è l'unica fonte di sostentamento.

Una distinzione, però, è doverosa. Gli uffici postali aperti devono essere utilizzati per motivi realmente validi e non per una "banale" ricarica o per saldare un bollettino, che comunque può essere pagato in tempi migliori senza ulteriori oneri.

Nel frattempo riceviamo e pubblichiamo integralmente un comunicato da parte delle sigle sindacali di Poste.

A parlare, Daniele Mugnai di Poste CISL Arezzo ed i segretari territoriali di SLC-CIGL e UIL-Poste, visto le polemiche che stanno nascendo sulle chiusure degli uffici postali. L’obiettivo sindacale, affermano le Organizzazioni sindacali, è quello di definire in maniera precisa le attività inderogabili, sia per gli sportelli sia per il recapito e, non a caso, a giorni, ci sarà un incontro a Roma con il Ministro Patuanelli. Ci risulta incomprensibile -  proseguono i Segretari - che in questa situazione alcune amministrazioni permettano ancora che “orde barbariche” assaltino gli uffici postali e di recapito per un estratto conto, per ricaricare di 10 euro una Postepay o per pagare un bollettino che scade fra settimane o per cercare una fantomatica lettera. Le razionalizzazioni sono dovute proprio a questi comportamenti irresponsabili che i lavoratori di Poste non riescono a gestire e che, comunque, sono state concordate con il Governo. E poi, ci risulta incomprensibile, proseguono SLP-CISL, SLC-CIGL e UIL-Poste, come alcune amministrazioni, e sottolineiamo non tutte, giustamente hanno fatto chiudere uffici pubblici, parchi e cimiteri, ma accettano passivamente e senza adeguati controlli comportamenti così pericolosi, lo stesso vale anche per coloro che, tutti i giorni si recano a fare la spesa! Poste ed i vari centri commerciali non possono essere visti come luoghi di svago e sia chiaro che a noi preme sia la salute dei lavoratori di poste sia dei cittadini.

Questi, concludono le tre sigle sindacali, sono atteggiamenti che vanno contro le direttive del Governo e siccome stiamo vivendo una situazione di estrema emergenza e pericolosità, ognuno nei propri ruoli faccia quanto gli compete perché solo così ne potremmo venirne fuori e magari sospenda la campagna elettorale.


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